Consulenza finanziaria patrimoniale indipendente

Affidati alla consulenza finanziaria patrimoniale indipendente
per tutelare e far rendere i tuoi beni.

Lʼanalisi di cosa vuoi ottenere con il tuo patrimonio è il punto di partenza
Definire gli obiettivi e quale percorso per raggiungerli.
Verificare gli investimenti in essere, evidenziare le criticità e le debolezze,
mettere in atto soluzioni  che siano in grado di soddisfare le tue aspettative.
Esaminare gli ostacoli che possono impedire di raggiungere il risultato.
Essere sempre chiari, non raccontare mai bugie o mezze verità, fa la differenza.
E infine, fornire consigli adeguati e controllati nel tempo.

consulenza finanziaria patrimoniale indipendente

Chi sono

Mi chiamo Marco Degiorgis, laureato in Economia presso l’Università degli studi di Pavia, ho conseguito un diploma di marketing presso Camera di Commercio di Torino, un diploma di pianificazione e analisi finanziaria con specializzazione in consulenza agli investimenti, um master in finanza aziendale.

Dopo il percorso di studi ho affrontato una lunga esperienza come dirigente e consulente di aziende nazionali.

Nel 2001, direttore commerciale di unʼazienda del settore beni di lusso e avevo il mio gruzzoletto investito principalmente in una Gestione Patrimoniale.
Purtroppo, nel corso del 2001 vidi scendere vertiginosamente il valore dei miei investimenti del 35% cosi decisi di gestire il tutto in autonomia. Nellʼarco di pochi anni, visti i risultati che stavo ottenendo, parenti, amici e conoscenti iniziarono a chiedermi consigli su come gestire i loro patrimoni.

Fu così che nel 2006 ho fondato a Valenza lo studio di consulenza patrimoniale Degiorgis.

Dato che le persone mi chiedevano di occuparmi anche di altri aspetti collegati al denaro, come ad esempio gli aspetti assicurativi o previdenziali, ho capito che per dare risposte efficaci era necessario costruire una squadra di professionisti esperti. La squadra lavora a stretto contatto ed è composta da: avvocati, notai, commercialisti, consulenti assicurativi, life planners, consulenti finanziari, consulenti previdenziali. In questo modo oggi siamo gli unici a fornire una risposta integrata ad ogni esigenza che riguarda la protezione del patrimonio e la sua pianificazione.

Nel novembre 2017 si concretizza quindi il Sistema 7 Corazze, per la protezione del patrimonio personale degli imprenditori.

Contemporaneamente ho assunto mandato, come consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede, con delibera OCF n. 796 del 14/12/2016, con 4Timing Sim SPA, una società di intermediazione mobiliare indipendente e come sub agente assicurativo con Alphaevo SRL, un broker assicurativo specializzato nelle polizze ramo vita. A gennaio 2019 prende forma, in collaborazione con 4Timing SIM (SIM indipendente dal sistema bancario), il progetto di Family Office.

la vera consulenza patrimoniale indipendente
ha un valore immenso

Decifrare infiniti fattori  sembra una missione impossibile, affidarti ad istituti di credito che perseguono solo i proprio interessi sembra ancora più complicato, per non parlare del tempo perso a capirci qualcosa per non fare la scelta sbagliata.

Avere una consulenza finanziaria indipendente per il tuo capitale è il miglior regalo che tu possa fare a te stesso, ma per farlo, devi affidarti alle persone giuste!

Chi si affida a un Consulente Finanziario, cerca un professionista con da anni di studi e di esperienza sui mercati.
Per essere un vero «professionista», il Consulente non può legare la propria remunerazione alla «vendita» di prodotti finanziari, per questo motivo ho creato un servizio di consulenza finanziaria su base indipendente, lavorando cioè per il raggiungimento degli obiettivi del cliente, senza alcun conflitto d’interesse.

Contattami per sapere come fare senza alcun impegno.

perchè affidarsi ad una consulenza patrimoniale

Ecco alcuni esempi di rischi, che potrebbero minacciare silenziosamente il tuo patrimonio o metterlo in pericolo in futuro.

  • Una successione non pianificata può distruggere i rapporti di una famiglia, far litigare gli eredi, disperdere il patrimonio e far fallire l’azienda.
  • Ti hanno venduto una polizza unit linked dicendoti che è impignorabile e insequestrabile, pensi quindi di aver protetto il tuo denaro in questo modo.
  • Se non sei sposato ma convivi con una persona, questa persona non ha diritti sul tuo patrimonio. Esistono molti modi per tutelarla, e di solito sono di carattere legale e assicurativo, combinati insieme.
  • Ti sei separato da tua moglie: sai cosa succede al tuo patrimonio?
  • Sai quanto ti sta rendendo il tuo investimento?

Questi sono solo alcuni esempi di cose a cui dovresti prestare attenzione se vuoi tutelare e proteggere il tuo denaro, le tue case, la tua azienda, la tua famiglia.

Secondo la legge italiana, art. 2043 C.C., “Qualunque fatto, doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno” e, articolo 2740 cc, ciascun soggetto “risponde delle proprie obbligazioni con tutti i propri beni presenti e futuri”.

Avere una responsabilità significa doverne rispondere con i propri beni, presenti e futuri. E se il patrimonio viene distrutto, è evidente che non si potrà raggiungere nessun obiettivo. Tuttavia esistono alcuni strumenti, legalmente riconosciuti, a tutela del patrimonio o degli eredi (per citarne alcuni, fondo patrimoniale, trust, vincoli di destinazione), il cui utilizzo – singolo o combinato – è strettamente legato alle persone da tutelare e alle loro esigenze.

Se vuoi che la tutela sia realmente efficace, questa deve essere posta quando non esistono pregiudizi sul patrimonio.

Se esiste un pregiudizio, qualsiasi strumento a protezione può essere revocato, a discrezione del giudice. E’ quindi molto importante prevenire e tutelare il patrimonio prima che sorga qualsiasi creditore, quindi in tempi assolutamente non sospetti.

La legge italiana in materia di successioni risale al 1942,  dopo oltre 70 anni, la famiglia si è evoluta in varie forme e se tu non fai nulla per pianificare il trasferimento del patrimonio ai tuoi eredi, questi lo riceveranno con le regole antiche che fanno ancora parte del codice civile in materia.
Il quadro si complica ulteriormente nel caso delle imprese italiane dove la famiglia coincide con la proprietà dell’azienda.

Da questo fatto derivano intrecci complicati di interessi e contesti, che sarebbe opportuno invece considerare separatamente. Una cosa è l’azienda, altra cosa è la famiglia ed il patrimonio personale.

Il benessere dell’imprenditore e della sua famiglia dovrebbero essere correlati alla tutela del valore dell’impresa. Sono aspetti interdipendenti e fondamentali nell’economia italiana, dove domina l’impresa familiare: molte scelte critiche di gestione finanziaria aziendale, in particolare la politica dei dividendi e le operazioni di trasferimento dell’azienda, sono guidate dalle esigenze del nucleo familiare.

In caso di indebitamento, le Pmi utilizzano le disponibilità finanziarie familiari a garanzia dei rischi aziendali; tuttavia, ciò avviene quasi sempre in modo non trasparente e non sono chiari i costi, i benefici e i rischi.
Non è semplice gestire l’intreccio tra reddito e patrimonio aziendale e personale, è necessario affrontare la questione radicalmente, controllando valore e rischi degli investimenti sia dell’impresa sia della famiglia.

Hai compreso l’importanza della consulenza patrimoniale ? Scopri il Sistema!

i 4 steps della mia consulenza patrimoniale

  • #1

    RX Money

    Fa una prima fotografia della tua situazione patrimoniale, da 7 punti di vista diversi

    1. legale,
    2. fiscale,
    3. assicurativo,
    4. finanziario,
    5. aziendale,
    6. successorio,
    7. immobiliare.

    Mette in evidenza se hai situazioni potenzialmente rischiose, che potrebbero minacciare te, la tua attività o la tua famiglia e mettere a rischio il tuo patrimonio. E’ uno strumento operativo con cui puoi avere subito una prima risposta. Fa luce sul tuo patrimonio come mai finora hai potuto fare e ti rende consapevole del grado di rischio che stai correndo. Scoprirai con un processo codificato ed ordinato se ci sono buchi neri e rischi, che stanno minacciando silenziosamente il tuo patrimonio o lo metteranno in pericolo in futuro.

  • #2

    Analisi

    Scende nel dettaglio di ogni situazione potenzialmente rischiosa, elaborando tutti i casi possibili e confrontandoli con la situazione reale, in modo da fornire un quadro esaustivo della situazione. Previene possibili problemi che potresti avere se non analizzi in questo modo, anticipando effetti negativi e azzerandoli.

    L’analisi si articola in 4 fasi:

    Fase 2.1: La famiglia. Identifichiamo chi sono i componenti della famiglia, anche quelli lontani, i rapporti che intercorrono, sia di tipo successorio che interpersonali.

    Fase 2.2: Il patrimonio. Facciamo chiarezza sul patrimonio da tutti i punti di vista. Analisi degli investimenti, del patrimonio aziendale, dei beni di lusso. Analizziamo la situazione previdenziale, sia pubblica che integrativa. Stimiamo il valore degli immobili, anche in prospettiva all’andamento del mercato.

    Fase 2.3 : Obiettivi. E’ importante stabilire quali sono le mete da raggiungere, lo scopo principale per cui si sta proteggendo il patrimonio. Cambia molto se la finalità è tutelare un figlio disabile o se lo scopo principale è di mettere in sicurezza i tuoi beni personali rispetto alle sorti della tua azienda.

    Fase 2.4: Criticità. Mettiamo in evidenza quanto sono raggiungibili gli obiettivi, quali sono gli aspetti più critici e cosa potrebbe veramente mettere in difficoltà e impedire la realizzazione di uno o più mete.

  • #3

    Soluzioni operative

    Dopo aver analizzato approfonditamente la situazione, vengono proposte le soluzioni, integrate tra loro e sempre viste dai 7 punti di vista differenti, proprio per evitare di trascurare dettagli importanti e per fare in modo che ogni soluzione si incastri perfettamente con le altre creando un circolo virtuoso. Ti da soluzioni pratiche, che abbiamo già sperimentato in casi simili al tuo, e che funzionano da ogni punto di vista. Non sono necessari patrimoni milionari per poter utilizzare questo sistema, basta un patrimonio complessivo di almeno 250 mila euro.

  • #4

    Monitoraggio

    Questa è la fase di controllo che permette di mantenere sempre vigile e sempre attivo tutto quello che si è fatto nei passaggi precedenti. Se cambia qualcosa, che dipenda dall’esterno o che dipenda da te, noi lo teniamo sotto controllo e ti diciamo cosa fare per riportare la situazione alla noramlità.

    Cambiano le leggi, cambiano i mercati, cambiano le tue esigenze, cambia la tua famiglia, il tuo patrimonio varia? Nessun problema, noi lo sappiamo e interveniamo subito.

    Avrai aggiornato costantemente il tuo piano operativo e le soluzioni saranno aggiustate ogni volta che sarà necessario. L’unica cosa che ti dovrai ricordare è di aggiornarci sulla tua situazione personale e famigliare, altrimenti non possiamo sapere se è cambiato qualcosa nella tua vita.

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Marco De Giorgis consulenza patrimoniale indipendente

FATTI I CONTI IN TASCA

Ti spiego tutte le spese nascoste, di cui nessuno ti parla, del risparmio gestito (dalle banche e non solo…). Tutto quello che non ti dicono sulla gestione dei tuoi soldi.

Marco De Giorgis consulenza patrimoniale indipendente

IL METODO 7 CORAZZE

Ti spiego come tutelare il tuo patrimonio e quello dei tuoi cari con il mio metodo certificato 7 Corazze. Ti da soluzioni pratiche per evitare problemi, a te stesso/a e alla tua famiglia.  non ti dicono sulla gestione dei tuoi soldi.

FAQ

  • Il consulente o la società che presta il servizio di consulenza finanziaria indipendente deve sempre chiarire al cliente quali sono i costi, tra cui il costo della consulenza stessa.
  • La parcella di consulenza può essere su base oraria, se il cliente ha bisogno di una consulenza occasionale. Il costo su base oraria può andare dai 50€ ai 300€ (e anche di più), dipende dal livello di esperienza del professionista a cui viene richiesta.
  • La parcella di consulenza indipendente continuativa, cioè che richiede un continuo intervento del consulente per adattare le scelte a quello che avviene sui mercati finanziari, ha un costo che dipende da:
    1. dimensione del capitale in consulenza
    2. tempo dedicato all’assistenza
    3. complessità del portafoglio
    4. obiettivi del cliente
  • Il costo della parcella di consulenza è di solito calcolata in percentuale sul capitale in consulenza, tenendo conto dei fattori elencati. Può andare da un minimo di 0,2% ad un massimo di 1.40%
  • La parcella di consulenza è sempre maggiora di IVA al 22%

  • I consulenti finanziari possono essere pagati in 3 modi diversi.
  • Dalla banca o società di gestione, se vendono prodotti finanziari. Ricevono commissioni ogni volta che vendono un prodotto finanziario al cliente. Più vendono, più guadagnano e su alcuni prodotti ricevono commissioni più alte che su altri. E’ il modo più diffuso in Italia.
  • Direttamente dal cliente, se fanno consulenza finanziaria indipendente. Il consulente, in questo caso, non riceve nessun compenso da banche o gestori dei prodotti e quindi non ha nessun motivo per consigliare un prodotto rispetto ad un altro, se non l’interesse del cliente. Modello fee only
  • Il terzo modo è un mix dei primi due. Il consulente riceve una commissione dai prodotti che vende e allo stesso tempo riceve una parcella di consulenza dal cliente. Non si può però parlare di consulenza indipendente in questo caso. Modello fee on top

  • La differenza principale è come viene pagato il consulente. Nella consulenza dipendente, il consulente viene pagato dalla banca o dalla società di gestione in base alle commissioni di vendita dei prodotti che piazza ai clienti. Nella consulenza indipendente, il consulente è pagato solo ed esclusivamente dal cliente e non ha conflitti di interesse.
  • Un’altra differenza tra consulenza dipendete e indipendente sta nella scelta a disposizione del consulente. Il consulente che fa consulenza indipendente è libero di proporre una vasta gamma di prodotti finanziari. In pratica può scegliere tra tutto quello che è disponibile sul mercato finanziario, in base alle esigenze e agli obiettivi del cliente, senza essere in alcun modo influenzato da commissioni o incentivi relativi ad alcuni prodotti. Al contrario, chi fa consulenza dipendente, riceve compensi, incentivi, commissioni e retrocessioni dai prodotti che vende al cliente e questo può creare conflitti d’interesse. Il consulente dipendente può essere incentivato a consigliare prodotti che portano commissioni più elevate piuttosto che quelli più adatti alle necessità del cliente. Oppure può semplicemente offrire solo i prodotti distribuiti dalla sua banca o società e non un’ampia gamma. Questo è il caso della consulenza evoluta, ad esempio, che si basa sul pagamento di una parcella del cliente e non prevede commissioni sui prodotti. Ma la consulenza evoluta non può offrire un’ampia gamma di scelta, essendo limitata ai prodotti della banca stessa e di società correlate.
  • Ci sono poi alcuni consulenti che si fanno pagare sia una parcella di consulenza dal cliente sia una commissione dai prodotti che vendono. In questo caso si tratta sempre di consulenza dipendente.
  • La consulenza finanziaria su base indipendente può essere fornita sia dai consulenti autonomi iscritti nell’apposita sezione dell’albo dei consulenti finanziari (OCF) sia da società di consulenza finanziaria (SCF) sia da società di intermediazione mobiliare (SIM)
  • Quando il consulente eroga il servizio di consulenza finanziaria su base indipendente, fa firmare un contratto al cliente in cui è specificato che non riceverà altri compensi se non dal cliente stesso. Se non ti fanno firmare questo contratto, non ti stanno dando consulenza indipendente ma qualcos’altro (consulenza evoluta, consulenza patrimoniale personalizzata, consulenza ad alto valore aggiunto, consulenza finanziaria avanzata, consulenza fee only…).

  • La prima cosa da scegliere è se affidarti ad un consulente che fa consulenza indipendente o a chi fa consulenza non indipendente. La differenza la trovi descritta alla FAQ 4 (link).
  • In ogni caso, lascia perdere i consigli di amici e parenti che non fanno questo mestiere, perché la consulenza finanziaria è un argomento complesso e nessuno può improvvisarsi in questo campo. Ti affideresti ai consigli del tuo amico per curarti?
  • Se vuoi un consulente che sia solo dalla tua parte e che non abbia conflitti di interesse, la consulenza indipendente è quella che fa per te. I motivi li trovi espressi chiaramente in tutte le altre FAQ.
  • Scegli un consulente che ti faccia domande sui tuoi obiettivi, su quello che vuoi realizzare con il denaro che stai investendo, che si preoccupi di metterti al riparo da problemi che potrebbero intaccare il tuo patrimonio.

Un fondo comune di investimento è definito come un investimento collettivo del risparmio. Cioè investi del denaro comprando quote del fondo, il tuo denaro finisce in un unico conto che viene gestito dal gestore del fondo, comprando e vendendo prodotti finanziari.
Il denaro non è più nel tuo conto corrente e non è neppure nel conto del gestore.
È su uno speciale conto gestito che è utilizzato solo per quella linea di gestione specifica.
Quindi non corre il rischio di essere coinvolto (o confuso) in eventuali fallimenti della società di gestione e neppure della banca depositaria, perché è patrimonio separato da queste ultime, dedicato appunto solo a comprare e vendere prodotti finanziari per il fondo.

Qual è il grande vantaggio di un fondo comune?

con una somma minima di denaro, cioè il minimo investibile previsto dal fondo, che potrebbe essere 1000 euro o giù di lì: puoi comprare tutti i prodotti che sono inseriti nel fondo, perché tu acquisti appunto quote del fondo e non direttamente i prodotti.
Se tu volessi farlo in autonomia, cioè non utilizzando il fondo, potresti comprare solo le quantità minime che sono previste o che derivano dalle quotazioni.
Ad esempio per le obbligazioni, il taglio minimo sono 1000 euro, per un’azione è 1 azione, che può valere anche migliaia di euro.
Quindi se tu volessi comprare gli stessi prodotti del fondo, con le stesse proporzioni, dovresti investire molto più denaro. Moltissimo di più. Quanto? dipende da cosa c’è nel fondo, ma per darti un’idea posso dirti che per replicare un fondo obbligazionario che ha 100 obbligazioni in portafoglio, dovresti investire almeno 100.000 euro. Quindi minimo 100.000 contro 1000.

  • Un fondo comune consente di diversificare un investimento anche con importi investiti bassi.
  • Altro vantaggio è che il gestore si preoccupa di fare i movimenti, di comprare e vendere i prodotti, senza che tu debba fare nulla.

E puoi scegliere tra migliaia di fondi comuni distribuiti in Italia.

Allora è tutto perfetto?

  • No, ci sono anche degli svantaggi.
  • Il principale è la capacità del gestore di fare meglio di quanto fa il mercato, in pratica di prendere decisioni profittevoli per te.

Siccome c’è un costo di gestione da pagare, questo costo deve essere compensato dalla qualità delle scelte del gestore.

Purtroppo, la stragrande maggioranza dei fondi comuni non raggiunge questo risultato in modo continuativo negli anni. Oltre il 95% dei fondi non è efficiente.

Quindi rischi di pagare costi che non vale la pena di pagare, per dirla in sintesi.

  • Altro svantaggio è la grandissima scelta: è così ampia, che fai fatica a capire cosa è davvero valido e meritevole e cosa non lo è.
  • Oltre al costo di gestione, ci sono anche un costo di performance, cioè paghi commissioni se il gestore ottiene rendimenti, costo di intermediazione, cioè una commissione che paghi alla banca che ti compra il fondo, costi di ingresso e di uscita.
  • C’è poi la tassazione che non è efficiente: cioè se vendi un fondo che ha realizzato utili, paghi le tasse immediatamente, ma se lo vendi in perdita, non compensi questa perdita con altri utili. Questo perché le perdite sono considerate fiscalmente diverse dagli utili.

Non chiedermi perché, perché non c’è una logica, ma è così.

  • Altro problema è la distribuzione dei fondi: ammesso che tu abbia trovato un fondo che funziona bene e fa il suo lavoro, devi fare i conti con la tua banca. La banca distribuisce solo i fondi con cui ha preso un accordo per farsi pagare (retrocedere) parte delle commissioni di gestione, tipicamente distribuisce fondi della propria casa di gestione o di quelle collegate alla banca.
  • La gamma tra cui scegliere è quindi ristretta solo ai fondi che sono presenti presso la tua banca, quindi di solito molto pochi rispetto a quello che esiste sul mercato.
  • Pochissime banche online hanno una scelta ampia di fondi, nessuna li distribuisce però tutti.

Verifica sempre prima la disponibilità.

  • Potrebbe anche essere che nessuno dei fondi della tua banca meriti di essere comprato.

E allora non ti resta che l’alternativa tra:

  • rinunciare ai fondi
  • cambiare banca
  • trovare un consulente che faccia consulenza vera, cioè indipendente.

Esiste una cosa che si chiama inflazione, cioè il costo della vita aumenta costantemente.

A volte aumenta un pò di più, altre un pò meno, ma il fatto è che aumenta sempre, non si ferma mai.
Quindi tu non puoi comprare la stessa quantità di cose con gli stessi soldi dell’anno prima o del mese prima.
Se tu lasci i soldi sul conto corrente o sotto il materasso, e queste due cose sono uguali ormai dal punto di vista di quanto rendono (zero entrambe), significa che perdi potere d’acquisto per via dell’inflazione.

È una delle poche certe che ci sono in finanza! È così!

Significa anche che se l’inflazione è al 2%, ipotizzo, per mantenere lo stesso potere d’acquisto i tuoi investimenti devono avere un rendimento pari al 2% NETTO vero, cioè al netto di costi e tasse.
Sempre nell’esempio di prima, il rendimento lordo potrebbe aggirarsi mediamente intorno al 3%, per poter arrivare ad avere un 2% netto vero.

  • C'è poi una considerazione più sottile che è l’inflazione personale.

Nel senso che dipende da cosa consumi tu nella realtà e da quanto questi consumi incidono nel tempo come acquisti ricorrenti ad esempio.
Se nel calcolo dell’inflazione è presente un prodotto che tu non usi mai o invece manca qualcosa che invece per te è essenziale, la percentuale di inflazione TUA potrebbe essere diversa (maggiore o minore) di quella che le statistiche ci dicono essere.

  • Quindi bisognerebbe calcolare quanto è aumentato il costo della TUA vita nell’ultimo anno, non il costo statistico preso come base di calcolo e uguale per tutti.

Questo calcolo potrebbe far cambiare le tue decisioni di investimento ed è quindi importante averlo.
Come si fa? Basta tenere traccia di come si spendono i soldi, cosa si compra, quando e quanto, per almeno due anni, meglio per più anni consecutivi.
In questo modo sarai consapevole di come spendi il denaro e in cosa, magari ti accorgerai che alcune spese sono riducibili, modificabili o eliminabili addirittura, di sicuro saprai, l’anno dopo, come si è modificata l’inflazione per te.

  • Se vuoi proteggere i tuoi risparmi dall’inflazione, dovrai scegliere prodotti che facciano aumentare il tuo investimento con costanza, senza troppe variazioni di prezzo. Dipende anche se e quando hai previsto di utilizzare i tuoi risparmi.
  • Infatti, il valore di un investimento è un numero, che varia continuamente a seconda di come si comportano i mercati finanziari.

È anche un numero teorico, che non diventa concreto finché non vendi.

  • Quindi quello che vedi sul monitor o sullo schermo del telefono, è la percezione della realtà in quel momento ma non è esattamente la realtà, a meno che tu non venda.
  • Fare un piano di investimento, considerando rischi e tempi, è fondamentale per poter affrontare anche l’inflazione, altrimenti il rischio è di vendere sulla spinta dell’emotività e sai che l’emotività gioca brutti scherzi.

Antonio Damasio, il neuroscienziato, dice che le decisioni sono prese dal nostro cervello in base emotiva su dati razionali. Più l’emotività è alta, più è alto il rischio di sbagliare.

Ecco un argomento che è sempre d’attualità: come faccio a pagare meno tasse?

Premesso che le tasse bisogna pagarle, ci sono dei modi per risparmiare qualcosa ed evitare magari di regalare soldi allo stato?
Parlando di investimenti e quindi di rendite finanziarie, puoi scegliere, per ogni banca che hai, il regime fiscale.
Sono tre.

  1. Gestito
  2. Amministrato
  3. Dichiarativo
    • Il gestito è utilizzato solo quando sono presenti gestioni patrimoniali o polizze. Significa che l’intermediario fa i calcoli e paga per te le plusvalenze a fine anno, compensandole con eventuali minusvalenze e facendo proprio la somma algebrica. Se sei in utile, pagherà per te, se sei in perdita non paghi nulla e la perdita si riporta all’anno successivo. È il regime più conveniente dal punto di vista fiscale, perché compensi tutto. Il lato negativo è che le gestioni costano.
    • L’amministrato è quello che hanno quasi tutti. La banca paga per te le rendite non appena si realizzano. Vendi un’azione, hai guadagnato e la banca versa allo Stato il 26% del tuo utile.

 

Se invece vendi in perdita? È una minusvalenza e la banca la tieni in carico, finché tu non vendi qualcosa che è in utile e la compensa.

 

Però non si può fare con tutto. Se ad esempio hai fondi comuni o etf, se lei vendi in utile paghi (redditi da capitale). Se li vendi in perdita non compensi direttamente, perché sono considerati redditi diversi e si compensano solo con questi. In pratica i redditi diversi sono dati da utili generati da aumento di valore di azioni e obbligazioni, derivati e poco altro.

 

Quindi l’amministrato potrebbe non essere conveniente, se hai etf e fondi.

 

  • Ultimo è il dichiarativo: in pratica porti tutti gli utili e le perdite in dichiarazione dei redditi e, fatti calcoli, paghi sulla differenza. In questo caso compensi tutto ma devi farti assistere da un fiscalista esperto in questa materia, perché altrimenti potrebbe essere molto complesso capire come considerare determinate plusvalenze e minusvalenze.

 

Il fisco ragiona con il sistema FIFO, primo entrato primo esce, e non è facile.

 

Il fiscalista è un costo da sostenere.

  • Quindi per ogni scelta ci sono pro e contro, la scelta dipende dalla tua situazione.
  • Ci sono poi strumenti finanziari che aiutano il recupero delle minusvalenze, e quindi a pagare meno tasse.

Devi però valutare se vale la pena, il costo e il rischio a cui ti possono sottoporre.

Magari, per recuperare una minusvalenza, prendi un prodotto che ha un rischio che non avresti mai voluto correre in condizioni normali.

  • Valuta sempre, condizioni, costi, benefici, rischio.

Che cos’è un obiettivo?

È qualcosa di veramente importante per te, per la tua famiglia, per il tuo lavoro o per la tua vita personale.

 

A volte è qualcosa di fondamentale, così tanto importante che se lo raggiungi ti cambia la vita. E se non lo raggiungi...beh rimani insoddisfatto e frustrato, magari vai addirittura in depressione.

 

Insomma, un obiettivo è una cosa seria.

“Eh ma io non voglio ragionare per obiettivi” ...ok, ti fa sentire meglio se lo chiamiamo ipotesi?

 

Ipotizziamo che tu ottieni un nuovo contratto di lavoro, che acquisisci un nuovo cliente, che compri la casa dei tuoi sogni, che incontri la donna della tua vita, che fai la vita che hai sempre desiderato di fare...

Sono ipotesi che ti fanno sentire bene? Sono quelle giuste per te?

 

Non è sempre facile trovare quali sono le ipotesi che ti fanno battere forte il cuore e a volte è necessario fare un po’ di ricerca dentro di sé per capirlo.

  • Ma una volta che hai trovato cosa è davvero importante, qual è l’unica cosa che conta per te...beh allora in quel momento sei già ad un buon punto per raggiungerlo.

Quello è l’obiettivo.

 

E' un po’ come il porto da raggiungere quando navighi per mare.

Se sai dove vuoi andare, puoi affrontare anche le tempeste più violente, l’assenza di vento (a me piace andare a vela e quindi mi vengono in mente queste metafore), le onde più alte, i fondali bassi o rocciosi.

 

Magari devi cambiare rotta, ma sai sempre dove vuoi arrivare.

 

  • Se non ti poni un obiettivo, non sai dove andare e alla prima folata di vento, ti viene voglia di tornare indietro e rinunciare.
  • Nel nostro modo di vivere, tutto quello che facciamo ha a che fare con il denaro, ci avevi mai pensato?
    1. Se vuoi avere più tempo libero da dedicare ai tuoi interessi, magari vuol dire che devi scegliere un lavoro che ti consente di farlo, che può essere più o meno ben pagato di quello che hai ora.
    2. Se vuoi allenarti in palestra, devi avere i soldi per farlo.
    3. Se vuoi aiutare i tuoi figli ad accudire i tuoi nipoti, magari hai dovuto andare in pensione prima di quanto avresti voluto e hai così un reddito inferiore.

Sono solo esempi, per farti capire che anche cose lontane dal denaro, hanno invece sempre a che fare con esso.

  • Quindi è meglio avere obiettivi finanziari realistici e raggiungibili.
  • E, la cosa più importante, che siano compatibili con la vita che vuoi vivere
  • George Kinder, fondatore del Life Planning negli Stati Uniti, dice che le persone non hanno obiettivi ma hanno sogni da realizzare attraverso il denaro.
  • Quindi quali sono questi sogni per te?
  • Sono raggiungibili con il denaro che hai ora o che potresti avere in futuro?
  • Questa è un secondo livello di domande, cioè una volta capito cosa vuoi, bisogna vedere come fare a raggiungerlo.
    1. Se quello che hai non basta, cosa puoi fare per ottenerlo?
    2. cosa cambia per te se non lo ottieni?
    3. Cosa cambia per te se ci metti più tempo o se ci metti meno tempo ad arrivarci?
  • Quando hai ben compreso queste cose, allora sei pronto finalmente per investire!

Si perché stiamo parlando di investire del denaro per raggiungere qualcosa di veramente importante per te.

  • Il modo in cui li investi, il mezzo che scegli, è una conseguenza di quello che ho detto prima: quanto è importante per te, cosa cambia se non lo ottieni o ci metti più tempo e così via.
  • La scelta di un prodotto finanziario è in funzione di questo ragionamento.

È semplice: non prelevare mai nulla dai tuoi investimenti e il solo effetto dell’interesse composto farà aumentare il valore.

L’interesse composto è quel meccanismo per cui si generano interessi sugli interessi.

Ti faccio un esempio. Se tu investi 1000€ e hai un rendimento netto del 5% all’anno, significa che ogni anno il tuo investimento aumenta del 5%, 50€. Se reinvesti questo 5%, questo genera altro rendimento.

In pratica il secondo anno avrai 1050 euro, che con un rendimento del 5% ti renderanno 52.5 e alla fine avrai 1102.5.

Più tempo tu rimani investito e reinvesti, più si alza il capitale.

Sai dopo 10 anni quanto avresti? 1628€, cioè un rendimento del 62.8%, 6.28% medio all’anno.

Se invece ti spendi il rendimento ogni anno, dopo 10 anni avrai sempre 1000 e un rendimento del 5% annuo.

Se, oltre che a prelevare il rendimento, prelevi il capitale, il tuo rendimento complessivo cala più proporzionalmente.

  • Quindi una strategia per massimizzare i rendimenti è pianificare che i soldi che investi non li toccherai per molto tempo.
  • Seconda strategia è di non lasciare soldi in balia del mercato, perché non sai cosa potrà succedere.

Quindi cerca di stare sui mercati quando questi crescono e di starne fuori quando decrescono.

Facile? Non lo è, però si possono individuare delle tendenze dei mercati e osservare cosa accade.

Te lo dico perché negli anni passati è accaduto più volte che gli investimenti rimanessero intrappolati, per anni, in investimenti che continuavano a perdere di valore. E il problema è che quando sei in quella situazione, non puoi sapere quando la crisi finirà e quando i tuoi investimenti si riprenderanno. Magari domani, magari tra un anno o tra dieci.

  • Terza strategia: seleziona con cura gli investimenti, trova qualcosa che ha un valore reale e non è una moda del momento, tieni monitorato nel tempo come si è comportato quell’investimento in ogni situazione di mercato, da quelle espansiva a quella di contrazione e verifica quanto è influenzato da fattori esterni.

Più un investimento è di valore e meno si lascerà influenzare da ciò che avviene. Certo, un po' di suggestione la riceverà, ma non troppa.

Se invece l’investimento è come una banderuola al vento, lascia perdere, ti troveresti nei guai alla prima folata troppo forte o alla prima mancanza di vento.

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